Febbre: nemico pubblico numero uno o alleata?

I social iniziano a riempirsi di messaggi di mamme in ansia: “aiuto mamme! Mio figlio ha 37.8.. 38.4… 39… Cosa gli do’?”
Ma davvero serve subito un farmaco per abbassare la febbre? E, l’informazione essenziale è davvero “ha la febbre” o altro?

Oggi  siamo di fronte alla cosiddetta “febbre-fobia”, che da anni ha portato purtroppo a un eccesso di corse al pronto soccorso, ingorghi nelle sale d’aspetto dei medici, e all’aumento di casi di sovra dosaggi e effetti collaterali anche nei bambini.

Vediamo intanto COSA E’ REALMENTE LA FEBBRE.

La febbre non è una malattia.

La febbre è la risposta naturale organica piuttosto a qualcos’altro, e nella maggior parte delle volte in un bambino è la risposta ad un virus o un batterio.

Normalmente la temperatura basale è circa 36,5° (decimo più, decimo meno, perché nell’arco della giornata varia, così come varia un pochino di persona in persona). Quando però il nostro organismo viene attaccato da un patogeno (cioè un germe che provoca un malanno), ecco che il nostro corpo reagisce e si dà da fare per combatterlo, e la prima avvisaglia è il rialzo della temperatura. È febbre se è oltre i 37°, ma dovete ricordare che se misurate la temperatura rettale, dovete aggiungere mezzo grado alla temperatura basale; di sera poi, di solito la temperatura è un po’ più alta in generale, quindi un bimbo che per via rettale alle 8 di sera ha 37,5° è ancora normale. In generale però io evito di usare termometri di vecchia generazione per via rettale, perché c’è sempre un minimo rischio se il bimbo si muove… In realtà, poi, non è così importante sapere se ha 38° o 38,5°, ma come sta in generale e che sintomi ha. Infatti è molto più seria e allarmante la situazione di un bambino evidentemente in uno stato di malessere e senza febbre, piuttosto di quello vispo e reattivo che ha la febbre!!

Se vogliamo quindi dare indicazioni concrete al pediatra per dargli gli strumenti per valutare la situazione, dobbiamo informarlo su tutti i sintomi a carico del bambino, come per esempio il naso che cola, tosse grassa o secca, occhi arrossati, respirazione, stato generale del bambino, e via dicendo. Infatti dire semplicemente “dottore, il pupo ha la febbre”, per il dottore significa che il piccolo forse sta combattendo contro qualcosa, ma ancora non gli abbiamo dato alcuna informazione per capire cosa.

Perché il corpo rialza la temperatura?

Come dicevo sopra questo accade perché, proprio grazie all’aumento della temperatura corporea, il sistema immunitario produce più cellule specifiche che servono a far fronte alla malattia e il calore aiuta a distruggere i germi e a impedirgli di moltiplicarsi.

Se ci accaniamo contro la febbre senza altri motivi quindi, rischiamo di fare il gioco della malattia.

Cosa fare se il bambino ha la febbre?

Spesso il bambino ha la febbre ma continua a giocare e saltare dappertutto: è evidente che non stia poi così tanto male allora :). In tal caso allora non dovete fare nulla. Non lo portate al Pronto Soccorso! E non chiedete al social! La valutazione va fatta da un medico, e non online. È anche totalmente inutile diventare matti per reperire il pediatra e trascinarlo a casa al minimo accenno per una visita. Sono i sintomi che vi devono dire se allarmarvi o meno, non la temperatura.

E se sale oltre i 38,5°?

La soglia dei 38,5° è stata spacciata come il limite massimo oltre il quale bisogna intervenire.

Questo non è vero a priori. Spesso si citano le convulsioni febbrili, e si dà il paracetamolo (Tachipirina) per paura che sopra i 38 e mezzo il pupo avrà le convulsioni. In realtà le convulsioni di solito si presentano quando le variazioni di temperatura sono molto veloci quindi la prima volta che vengono è piuttosto difficile anticiparle. Certo, vi tolgono 2 anni di vita, ma nel 70% delle volte il bambino non ne avrà mai più nessun altro episodio (e sono un fenomeno piuttosto frequente nei bambini!). Si tratta solo di una reazione del sistema nervoso, che non avrà alcun effetto permanente sulla salute del piccolo. Dopo i 5-6 anni, non si presentano più. Solo se il piccolo ha già avuto un episodio, allora il vostro pediatra vi dirà come comportarvi.

Se non vuole mangiare?

Tu hai voglia di mangiare quando stai male? Probabilmente no… Infatti la fame passa naturalmente in molti malanni e c’è un motivo. Infatti la digestione è un processo piuttosto impegnativo per il corpo, che saggiamente preferisce risparmiarsi tale compito, e dedicarsi piuttosto alla guerra al germe. Appena la malattia passa, la fame torna.

Questo accade anche nei bambini.

Se il bambino è molto piccolo, va informato subito il pediatra e monitorato lo stato di idratazione. Se la mamma allatta, di solito il pupo si attacca al seno molto più spesso, e in particolare nelle affezioni gastrointestinali, il latte materno è una delle poche cose che riesce a tenere nello stomaco.

Se il bambino è più grande, si può provare ad offrire liquidi a piccoli sorsi, ma senza forzarlo. Ok, potrà calare un pochino di peso, ma lo riprenderà prestissimo appena si rimette.

Se supera i 3 giorni, posso dargli l’antibiotico?

Assolutamente no! L’antibiotico va dato solo dopo che il bambino è stato visitato dal suo pediatra.

Molti malannucci virali fastidiosi ma sostanzialmente innocui, possono dare febbre anche per 3 o 4 giorni, ma sono appunto virali e quindi non solo l’antibiotico non serve, ma rischiamo di creare delle resistenze per cui se un giorno fosse davvero necessario, il farmaco giusto potrebbe non fare più l’effetto desiderato. L’antibiotico va sempre prescritto dal medico, preso per tutto il tempo indicato, e mai dato perché “la volta precedente ha preso questo”.

Se vi interessa l’argomento, leggete anche questi articoli:

http://www.uppa.it/paolomoretti/dett-faq.php?id_faq=2445

http://www.lastampa.it/2011/11/03/scienza/benessere/medicina/febbre-il-miglior-alleato-contro-le-infezioni-jPzAncalRTQjD47eOzDWRM/pagina.html

http://www.uppa.it/dett_articolo.php?idr=9&ida=149&idb=0

http://www.uppa.it/dett_articolo.php?idr=9&ida=147&idb=0

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