Quanto deve durare una poppata?
Oggi affrontiamo una delle domande più gettonate delle neomamme, domanda alla quale potresti ricevere 300 risposte diverse che possono gettarti nella totale confusione mentale: quanto tempo tenere il bambino al seno?
Quando io ho partorito, quasi 20 anni fa, era in voga ancora la rigidità dell’allattamento ad orari, quindi a noi neomamme dicevano di allattare ogni 3 ore e mezza, ed esattamente alle 9,00, alle 12,30, e così via.
Inoltre ci dicevano di tenere il bambino per 15 minuti a seno.
Anzi no, a me alcuni dissero 15 minuti per seno, ma alla mia vicina di casa dissero 10 minuti a seno, e ad un’altra ancora dissero 7 e 7. Dato che eravamo tutte neomamme alle prime armi, e passavamo ore nel giardino davanti casa parlando di pannolini, cacche, bavette e poppate, abbiamo disquisito parecchio sul tema senza riuscire a spiegarci il perché di tali discrepanze. Francamente non siamo riuscite a trovare una spiegazione valida, neanche chiedendola direttamente proprio a chi ci aveva dato tali indicazioni :).
Anche se le informazioni sull’allattamento e la sua fisiologia hanno fatto passi da gigante nel nostro Paese negli ultimi anni, questa storiella del guardare l’orologio quando si inizia la poppata, ancora circola ampiamente: sopravvive resistendo stoicamente al progredire della scienza, confondendo non poche mamme che si chiedono ancora come mai i loro pupi nascano senza un orologio interno. E che motivi si adducono oggi come 20 anni fa?
Una delle motivazioni addotte spesso era ed è ancora che se il pupo sta troppo tempo, allora fa venire le ragadi o “macera” i capezzoli…
Le indicazioni che puoi sentire vanno dai 5 minuti per seno, ai 7, 10, 15, o addirittura 15 minuti per entrambi i seni, divisi equamente (e, mi viene da chiedere, come posso fare se non ho la lancetta dei secondi sull’orologio??).
Quale realtà scientifica c’è dietro queste prescrizioni?
La gente che dice ‘ste cose probabilmente non solo sa ben poco di allattamento (io lo chiamo infatti il TEST N° 1 SULLA COMPETENZA), ma neanche ha mai allattato :). Infatti, nel 90% delle volte, il dolore peggiore la mamma lo sente nei primi DIECI SECONDI, all’attacco, e semmai dopo qualche minuto ne sente un pò meno. E poi, cosa mai avrà in bocca la creatura, per macerare la pelle? Ma per piacere…
Se c’è dolore o ragadi il problema non è nella durata della poppata ma nella sua qualità. Dobbiamo quindi andare a vedere COME si attacca il bimbo, non per quanto tempo.
Esiste allora davvero un motivo valido per dare una cadenza al tempo per tenere i bambini al seno a ogni poppata?
La risposta è un categorico NO.
Intanto usiamo la testa: gli orologi sono beni relativamente moderni, e di lusso fino ad almeno un secolo fa. All’epoca delle nostre bisnonne, forse al massimo il marito, l’uomo di casa, aveva l’orologio, ma figurati se la donna greca o romana o dell’età della pietra avesse un modo per contare i minuti!!
La prima riflessione quindi è: se la Natura avesse previsto che era necessario contare i minuti, non ci avrebbe provviste, che so, di un cronometro incorporato nella tetta?
Seconda riflessione: quando il tuo bambino si attacca al seno, fa sempre “pranzi”? Cioè, possibile che debba prendere sempre la stessa quantità e qualità di latte e nello stesso tempo? Se questa regola valesse per gli adulti, la nostra vita sarebbe molto diversa…
Invece, noi facciamo pranzi e cene, ma anche colazioni, a volte con calma seduti a tavola, altre volte in piedi di fretta con un caffè veloce… Anche un lattante ha momenti in cui deve prendere di più, e altri in cui ne vuole meno, e ci mette dei tempi diversi.
E quando ci mettiamo a tavola, ognuno di noi adulti ha tempi estremamente diversi: fai la prova stasera quando vi metterete a tavola, uno di voi finirà sicuramente prima :).
Butta via allora gli orologi!
Se il tuo bimbo cresce bene e tu non hai dolori all’attacco e/o durante la poppata, tutto procede bene e non c’è bisogno di guardare i tempi.
I bambini si autoregolano perfettamente.
Nella fase neonatale o se ci sono problemi di attacco o posizione (che portano a dolori, ragadi, mastiti, ecc) o se il bambino sta attaccato per molto tempo (molto più di mezz’ora) e poi appare sempre insoddisfatto, in questi casi particolari hai probabilmente bisogno di farti vedere da una Consulente in allattamento e verificare se nella gestione dell’allattamento c’è qualche correzione da apportare. E probabilmente senza dover guardare l’orologio 🙂
.
Martina Carabetta, IBCLC (Consulente Professionale in Allattamento Materno)
Latte & Coccole – Roma