Bambini e mal d’orecchie

Uno dei malanni che più frequentemente colpisce – soprattutto nei mesi freddi – i bambini, è l’otite media acuta. Interessa infatti circa il 20% dei bambini.

Cos’è l’otite media acuta?

L’otite è l’infiammazione dell’orecchio medio, cioè quella parte dell’orecchio costituita dal timpano, i tre ossicini (martello, incudine, staffa), e la finestra ovale, una seconda membrana che porta all’orecchio interno.
Questa infiammazione può essere di origine virale o batterica, e avviene quando questi microrganismi entrano dalla bocca e dal naso, e da lì arrivano all’orecchio medio attraverso le tube di Eustachio, proliferano e causano un accumulo di pus che spinge sul timpano, provocando infiammazione e dolore acuto.
I bambini allattati soffrono molto meno di otite, e sono protetti da essa in molti modi diversi: intanto per via della protezione immunitaria del latte stesso, ma anche grazie alla suzione, che permette al bambino di bilanciare nel modo corretto la pressione interna all’orecchio e addirittura modella nel modo più fisiologico la stessa anatomia oromandibolare, cosa che non succede con ciucci e biberon.
Il rischio di contrarre l’otite aumenta proporzionalmente quanto meno latte materno il bambino assume. Il maggior rischio per i bimbi non allattati arriva fino al 70% comparato alle percentuali dei piccoli allattati! Anche l’utilizzo del ciuccio e del biberon quindi può aumentare la ricorrenza delle otiti!

Come si riconosce l’otite e cosa fare?

Non è facile, perché i sintomi da soli possono essere confondenti, ed è necessario portare il piccolo dal pediatra che gli farà un esame otoscopico, cioè guarderà nell’orecchio con lo strumento apposito (otoscopio). Non fate diagnosi a casa e soprattutto non date antibiotici senza aver fatto vedere il bambino dal pediatra.
Di solito il bambino ha forte dolore localizzato, e potreste accorgervi che porta le manine spesso alle orecchie o piange se lo toccate davanti al padiglione auricolare. Soprattutto nei più piccoli, può esservi diarrea o vomito, ma non sempre. Più spesso può essere associata a tosse e raffreddore.
Insomma, diventa importante farlo vedere dal suo dottore. Sembra che non sia utile dare immediatamente l’antibiotico ma solo in alcuni casi e negli altri casi invece (per esempio se il piccolo ha più di un anno, non mostra di essere particolarmente afflitto e non c’è fuoriuscita di pus) dopo 2-3 giorni se il dolore non passa e peggiora: aspettare questi 2-3 giorni magari dando un antidolorifico e l’esito del malanno sarà identico senza aver somministrato l’antibiotico.
A volte la pressione del pus rompe il timpano, e questo allevia immediatamente il dolore, e il timpano si risalda in pochi giorni. Se l’otite è ricorrente, allora possono presentarsi complicazioni (leggete qui: http://www.uppa.it/dett_articolo.php?idr=1&ida=103&idb=0).
Ricordate anche che se iniziate una terapia con l’antibiotico NON dovete mai sospenderla prima della fine, anche se il bambino non ha più sintomi!
Se volete saperne di più, leggete anche questi articoli:
http://www.uppa.it/dett_articolo.php?idr=36&ida=522&idb=78
http://www.uppa.it/apedone/dett-faq.php?id_faq=375
http://www.uppa.it/dett_articolo.php?ida=350&idr=24&idb=0
http://www.uppa.it/dett_articolo.php?idr=1&ida=103&idb=0
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8177624
http://www.llli.org/nb/lvaprmay98p21nb.html
https://www.llli.org/docs/Outcomes_of_breastfeeding_June_2007.pdf
http://www.pianetamamma.it/il-bambino/malattie/otite-ricorrente-no-al-ciuccio-e-al-biberon.html

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