Il latte materno è in grado di inattivare il virus dell’HCV (epatite C).
Alcuni ricercatori di Hannover (Germania) hanno testato in vitro la capacità del latte umano di combattere il virus dell’epatite C. Trattando colture del virus HCV con latte materno fresco da donatrici sane, è stato possibile verificare che l’involucro virale veniva distrutto dagli acidi grassi insaturi del latte materno. Il merito è della lipasi, un enzima contenuto nella frazione grassa del latte, che scinde i grassi rendendoli appunto acidi grassi insaturi. Anche i processi digestivi nello stomaco del lattante, producendo questi acidi grassi, forniscono una protezione contro questo virus e contro, probabilmente, tutti gli altri virus dotati di un involucro protettivo, come l’herpes simplex o il virus dell’influenza.
L’effetto è specifico del latte umano e non è presente in altri latti animali né nella formula per lattanti. Il calore non toglie alla lipasi la sua efficacia, il che significa che questa preziosa funzione è mantenuta anche nel caso di latte umano pastorizzato delle banche del latte. Si è visto anche che conservando il latte materno fresco a 4° centigradi per un tempo prolungato ne AUMENTA l’effetto antivirale.
Gli studi epidemiologici avevano già appurato, a livello statistico, che l’epatite C non si trasmetteva verticalmente dalla mamma al figlio attraverso l’allattamento; infatti l’incidenza di epatite C nei neonati di madri portatrici era identica sia nelle madri che allattavano sia in quelle che alimentavano il figlio artificialmente. Adesso i ricercatori tedeschi hanno fornito una prova di laboratorio del meccanismo attraverso il quale il latte materno effettua la sua azione protettiva, dando così un’ulteriore rassicurazione alle madri portatrici di HCV che desiderano allattare al seno i loro figli.