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Aspetti un bambino?

Vieni all’ incontro tematico per mamme e papà in attesa

Venerdì  29 novembre dalle ore 17.00 alle 19.00

con Martina Carabetta, IBCLC, fondatrice di Latte & Coccole e autrice di “Allattamento e coccole”, Bruno Editore e “Svezzamento Senza Stress”

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– Cosa fare per “prepararsi” ad allattare

– Il mio seno va bene? Il mio capezzolo è quello “giusto”?

– Avrò abbastanza latte?

– Rooming in, sì o no?

– Come capire se il bambino mangia abbastanza?

– Avrò abbastanza latte? Come faccio a capirlo?

– Le azioni giuste per partire bene con l’allattamento

– Evitare ragadi, mastiti e ingorghi

– Cosa devo mangiare in allattamento?

– Come POSIZIONARE ED ATTACCARE CORRETTAMENTE IL TUO BAMBINO

In questo incontro per mamme in attesa parleremo di cosa fare per prepararsi ad allattare durante la gravidanza, di cosa davvero serve e cosa non serve, e potrete togliere i vostri dubbi e domande su come prepararvi ad allattare e partire col piede giusto!
Prenotatevi via mail o FB

Quando: venerdì 29 novembre 2019 dalle 17:00 alle 19:00

Contributo richiesto: 30€ (il papà non paga)

Gli incontri sono rivolti ai soci di Latte & Coccole. Se non hai ancora la tessera annuale, puoi farla quando vieni, e costa solo 10 l’anno.

Vieni con abbigliamento comodo e calzettoni se possibile. Alla fine dell’incontro ci sarà un momento di rilassamento utile anche per il travaglio e parto

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Sta per iniziare il nuovo gruppo di sostegno per mamme. Se hai partorito e l’esperienza ti ha lasciato l’amaro in bocca o senti che le cose non sono andate come volevi tu, vieni a trovarci.

Perché un gruppo di sostegno post parto?

Il parto è un momento molto importante nella vita di ogni donna. Per nove mesi è stato aspettato e a volte anche temuto. Ma spesso la realtà è molto diversa dalle proprie aspettative. Non sempre il parto va come si era immaginato. Che sia un cesareo o un parto vaginale, tante mamme tornano a casa deluse, arrabbiate, confuse o piene di sensi di colpa. Oppure il malessere – fisico o emotivo – inizia a farsi sentire dopo giorni o settimane: non si riesce a capire e a fare pace con quello che è successo.

Il gruppo di di sostegno psicofisico post partum è per tutte le donne che restano con dubbi, recriminazioni o dolore per un parto andato diversamente da come volevano.

Se pensi che il tuo parto non si è svolto come poteva andare o come volevi tu, non ti sei ripresa bene fisicamente o emotivamente, hai fatto un cesareo o hai avuto un parto operativo che ti ha messa a dura prova, in questo gruppo ogni due settimane troverai uno spazio tutto al femminile tra donne che hanno partorito, per fare domande, sfogarti, riflettere su quanto ti è accaduto, cercare di dare risposte ai tuoi perché, confronto e conforto.

E dato che mente e corpo sono una cosa sola, affiancheremo a tutto questo anche semplici esercizi leggeri per il recupero anche fisico. Naturalmente puoi portare il tuo bambino!

Conduttrici:  Ivana Arena, ostetrica, mamma di due ragazzi, autrice del libro del libro “Dopo un cesareo”, Ed. Bonomi, e del film “Nascita… non disturbare” – e Martina Carabetta, IBCLC, mamma di due ragazzi, autrice del libro “Allattamento e coccole”, Bruno editore.

I bambini  sono i benvenuti!

Quando: 19 e 26 febbraio e 12 e 19 marzo alle 10.30

Per chi: mamme che hanno partorito e sentono la necessità di rielaborare il loro vissuto. Potete venire insieme ai bambini naturalmente! Non c’è un momento giusto o sbagliato per venire in questo gruppo: sia che tu abbia partorito da una settimana o da due anni, se senti il bisogno di condividere, cercare di capire cosa è successo e sfogarti, questo è il posto per te!

Costo: 20 euro a incontro. 50 al mese invece di 80 se vieni a tutti gli incontri.

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Avete presente tutte le volte che vi hanno detto che allattando così spesso e a lungo stavate facendo diventare vostro figlio un mammone viziato e dipendente?

Che non si sarebbe mai staccato dalla vostra gonna?

Che dovevate dare un po’ di regole altrimenti tra n anni ne avreste pagato le conseguenze?

Ebbene, in realtà la scienza ci dice da decenni esattamente il contrario, peccato che l’”uomo della strada”, quello che regolarmente incontrate mentre state allattando il vostro figliolo, o che vi dispensa i suoi consigli, non conosca l’evidenza scientifica.
Periodicamente però si continua a studiare questi aspetti e proprio ultimamente è arrivata una nuova conferma a ciò che già noi addetti ai lavori ben sapevamo. Questo studio è particolarmente interessante perché ha riguardato un campione di popolazione piuttosto esteso, cosa che rende il risultato maggiormente valido e significativo.

Alcuni studiosi inglesi hanno indagato la relazione fra l’allattamento al seno o con formula, e gli effetti sul bambino, una volta diventato adulto, relativamente al suo successo sociale.

Sono stati esaminati i dati di un vastissimo studio cosiddetto “longitudinale”, cioè quel tipo di studio epidemiologico dove si osserva un certo numero di soggetti ripetutamente nel tempo; questo studio in particolare ha seguito migliaia di persone dalla nascita all’età adulta, ed esattamente sono stati presi in esame ben 17.419 soggetti nel 1958 e, di questi, 16.771 nel 1970.

I risultati dell’osservazione di questo campione rappresentativo hanno mostrato che l’avanzamento sociale era più frequente nel gruppo di soggetti allattati al seno nella prima infanzia, rispetto a un declassamento più probabile nei bambini alimentati con la formula. I test cognitivi hanno inoltre mostrato una correlazione stretta fra allattamento e punteggi più alti ai test.

L’allattamento al seno è legato a molti aspetti diversi: le sostanze contenute nel latte materno, fondamentali per uno sviluppo pieno e armonico del sistema nervoso; la relazione affettiva madre-figlio; la protezione dalle malattie; l’effetto positivo che l’esperienza dell’allattamento dà anche alla madre, rendendola più fiduciosa nelle sue capacità e più abile a comprendere i segnali del bambino e a comunicare con lui. Ciascuno di questi aspetti può incidere positivamente sull’intelligenza e le abilità sociali e quindi in un futuro potrebbe essere responsabile del successo sociale. I ricercatori pongono comunque l’attenzione su due aspetti in particolare: lo sviluppo del sistema nervoso, e la risposta allo stress (che è più efficace nel bambino allattato).

Questo beneficio dell’allattamento materno si va quindi ad aggiungere a tutti gli altri già ben noti.

Naturalmente sappiamo che il successo sociale di un individuo dipende da mille fattori (che sono stati esclusi nello studio per non confondere i ricercatori e i risultati dello studio stesso), e che se non avete allattato non dovete farvene un ulteriore rammarico (lo sapete come la pensiamo sui sensi di colpa delle mamme!!). Ma per noi è estremamente importante che i risultati di questi studi siano conosciuti innanzi tutto dagli operatori della salute, che non possono considerare l’allattamento alla stessa stregua di qualsiasi altro modo di alimentazione dei lattanti, e che dovrebbero tutti adoperarsi e battersi per sostenere e aiutare concretamente ogni donna ad allattare.

Questo studio è anche per ogni persona che pensa che allattare o non allattare sia alla fine la stessa cosa, e che a ogni minima difficoltà la donna non debba “stressarsi” e insistere a salvare il suo allattamento “tanto siamo tutti cresciuti bene anche col latte artificiale”. Tenetevi per voi questi commenti, e piuttosto date un incoraggiamento a quella mamma che sta tentando il possibile (e spesso l’impossibile) per dare il meglio a suo figlio!

C’è un momento della giornata che moltissime mamme attendono con ansia: il tardo pomeriggio.
In questa ora fatidica, anche il tuo angioletto si trasforma e diventa un noioso, lagnoso, esigente poppatore senza pause?!
Come mai?
La preoccupazione tipica -in agguato sempre nell’angolino della mente della mamma che allatta- si affaccia e ti bisbiglia: oh, povera me, non ho abbastanza latte?
Se invece in questi momenti classici c’è qualcuno in casa con te, il bisbiglio diventa una voce melliflua che ti consiglia caldamente di dare un’aggiunta, perché “cara, è evidente che non ti basta il latte a quest’ora, sono già tre volte che ti richiede il seno!”.

Diciamoci la verità, quando diventiamo genitori molti di noi vengono colpiti da una patologia ossessivo-compulsiva che in altri momenti della vita vedrebbe le persone che ci vogliono bene trascinarci più o meno di corsa da “uno veramente bravo” 🙂
La fissazione sulla cacca del pupo!!!
Adulti per il resto perfettamente sani di mente, diventano feticisti del pannolino.
Decine di telefonate tra mamme, nonne, zie, amiche del cuore, nelle quali si disserta della sfumatura di giallo o di verde…
Per non parlare della “letteratura mammesca”, quella in cui ogni segreto più puzzolente (è proprio il caso di dirlo…) viene svelato.
E se il pupo non fa la cacca?
TRAGEDIA!!!!!!
Poi, come al solito, se la mamma ha anche l’impudenza di allattare, ogni pannolino viene esaminato perché sicuramente ci dice qualcosa che regolarmente non va proprio nell’allattamento (come al solito…)!
Ragazzi, diamoci una regolata! La cacca dei neonati merita davvero tutta questa attenzione?

Prima o poi, quello che è entrato, deve uscire.

Davvero tutte le volte che fa – o non fa – la cacca, è il segnale di qualcosa che non funziona nell’allattamento o nel latte di mamma? I neonati quando nascono devono imparare a fare un sacco di cose che nell’utero non servivano, perché le cose lì dentro funzionavano in modo totalmente differente. Alla nascita, tra le varie novità, c’è pure quella di dover evacuare. Ma se non l’ha mai fatto, il nostro eroe, forse ha bisogno di impegnarcisi un po’, di fare “pratica”, non credete?
E così ecco che si spreme, diventa tutto rosso, si concentra per minuti e minuti, e spesso si interrompe pure nel bel mezzo della poppata…
Poi finalmente ecco che il prodotto di tanto lavoro, esce da dove deve uscire e… è liquido o poco ci manca! E allora? Tutta ‘sta fatica?? Per due/tre cucchiai di cremina gialla o verde?? 🙂
Diciamoci la verità: la cacca di un bambino allattato non dà l’idea di essere difficile da evacuare.
Ma insomma, mettiamoci nei suoi panni!! Ve l’ho detto: non l’ha mai fatto prima, sta imparando. Il meccanismo con il quale ognuno di noi evacua, cioè elimina attraverso le feci le sostanze di scarto, si chiama “torchio intestinale”. In pratica, si tratta di un lavoro dei muscoli intorno all’ano, che “spremono” le feci fuori dal nostro corpo. Come tutti i lavori muscolari, c’è da imparare come farli, e quanta forza metterci, e questo per il bambino può non essere così automatico ed intuitivo.

Dobbiamo allora dargli una mano? No, assolutamente no! Bando a termometrini, gambi di prezzemolo, e per carità, a clisterini vari.
L’aiutino avrà l’effetto esattamente contrario di quello che ci prefiggiamo: il bimbo non potrà imparare dai segnali del suo corpo, ma rea

girà da uno stimolo esterno. Proprio il modo giusto per non renderlo “autonomo” in una funzione fisiologica che deve imparare a gestire da solo.

E se non la fa tutti i giorni?
Un bambino allattato di solito nelle prime settimane fa la cacca tantissime volte, anche ad ogni poppata, perché ha un riflesso ch
e si chiama “riflesso gastro-colico”. Grazie a questo riflesso, quando il latte scende nello stomaco, l’intestino si libera (leggi anche qua: http://www.consulenteallattamento.it/2016/02/insomma-ma-la-cacca-la-deve-fare-sempre-tutti-i-giorni-o-no/). Ma questo riflesso poi passa (pensate un po’ se rimanesse sempre!) e così i genitori iniziano a preoccuparsi perchè si sono abituati a tanta abbondanza di scariche e pensano alla stitichezza. In realtà, un bimbo allattato, dopo circa le 6 settimane, può stare diversi giorni (anche una settimana!) senza fare la cacca, perchè il latte materno non contiene “sostanze di scarto”, crea così poca massa fecale, e il pupo per così dire, ne “ammucchia” un po’ prima di buttarla via. Riprende di solito a farne di più all’introduzione dei cibi solidi.

Ci sono alcune rare situazioni – e sottolineo il “rare” – dove ci possono essere dei problemi di allattamento, o gestione delle poppate, che tra le varie altre cose si manifestano anche con cambiamenti nella cacca del pupo. Se quindi sei preoccupata o in dubbio, rivolgiti alla IBCLC; che farà un’analisi a 360° della situazione, per verificare che non sia niente di preoccupante, o mandarti dal pediatra per ulteriori accertamenti.

 


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